Valdastico Nord – domande ai candidati del collegio di Pergine.

Il Comitato No Valdastico Nord – gruppo Valsugana, in vista delle elezioni politiche del 4 marzo 2018, ha rivolto le seguenti domande a quasi tutti i candidati del collegio di Pergine (Valsugana – Trentino orientale):

1) Che cosa pensa del fatto che, a cinque anni dalla scadenza della concessione autostradale sull’A4 Brescia-Padova, la Società A4 stia ancora gestendo tale tratto, che garantisce agli azionisti (in grande maggioranza privati) un guadagno di centinaia di milioni di euro all’anno?

2) Quale giudizio dà del fatto che la Società A4 sia stata autorizzata a gestire tale tratto autostradale – e possa continuare a farlo almeno fino al 2026 – in cambio della costruzione di una nuova autostrada tra Piovene Rocchette e Trento?

3) Di fronte agli impegni che i passati governi hanno già preso, come pensa si potrebbe intervenire per impedire l’avvio di un’opera – la A31 Valdastico Nord – che comporta rischi e difficoltà tecniche, enormi costi di costruzione e di gestione, danni ambientali e sociali indiscutibili?

4) Il Comitato paritetico tra Trentino e Regione Veneto del febbraio 2016 ha previsto la progettazione di “un corridoio di collegamento viario tra la Valle dell’Astico, Valsugana e Valle dell’Adige”. Quale dovrebbe essere, secondo Lei, il tracciato di tale “corridoio”, visti i condizionamenti geologici e geografici che non danno la possibilità di terze vie tra il semplice adeguamento della viabilità esistente e la costruzione di due gallerie da 8 km ciascuna?

5) Il Comitato No Valdastico Nord Valsugana nasce per contrastare la costruzione dell’autostrada A31 e di qualunque altra infrastruttura stradale che porti alla valle danni ambientali e sociali irreparabili. Al fermo “no” alla Valdastico Nord, da parte del comitato corrispondono proposte di miglioramento – turistico, ambientale ma anche sociale e culturale – delle specificità della vallata, in una visione generale di territorio come bene comune. Ritiene che queste modalità di partecipazione dal basso delle comunità alle decisioni politiche che attengono al proprio territorio siano pratiche da valorizzare ed includere in percorsi di democrazia partecipativa, come tra l’altro previsto da norme ed iniziative provinciali?

Entro la scadenza prevista (domenica 25 febbraio) abbiamo ricevuto quattro risposte: quelle di Vincenzo Calì (Liberi e Uguali), Gianni Marzi (Movimento 5 Stelle: ha dichiarato di parlare anche dell’altro candidato Riccardo Fraccaro), Antonella Valer insieme a Vincenzo Calì (Liberi e Uguali), Eleonora Stenico (Partito Democratico). Di seguito una sintesi delle risposte e il testo integrale.

Il Comitato conta di poter continuare a interagire con gli amministratori e le forze politiche per rendere chiare le questioni che hanno a che fare con questo progetto stradale e, soprattutto, per trovare il modo di evitare la costruzione dell’infrastruttura.

 

Sintesi delle risposte:

Alle prime due domande (quella riguardante la gestione dell’A4 da parte dell’omonima Società e quella riguardante il legame tra la proroga nella sua gestione e la costruzione dell’A31), Marzi ha risposto parlando del «protocollo d’intesa» tra il ministero «con Autobrennero S.p.a. e Autovie S.p.a.» del 2016 ed enunciando un principio di carattere generale: «nessuna società privata dovrebbe guadagnare se non a seguito di una regolare gara». Il giudizio sul rapporto tra A4 e A31 è per Marzi «assolutamente negativo», in modo particolare perché «la società A4 Holding … ha ricevuto la concessione fino al 2026 in cambio della realizzazione di un’opera la cui costruzione deve essere decisa dalla Provincia Autonoma di Trento». Calì e Valer, parlando della questione riguardante A4, hanno dichiarato che si tratta di «uno dei più vergognosi esempi di una politica governativa che anziché valutare gli interessi collettivi si prodiga a favore di interessi particolari»; «problematico e sospetto appare il passaggio di alcuni ex dirigenti dalle società interessate a ruoli di governo». Hanno dichiarato la loro contrarietà a un progetto che «sacrifica ambiente territorio patrimonio comune per una tratta autostradale che si è già dimostrata inutile», «contribuisce ad aggirare le normative europee» e «scavalca le prerogative di una Provincia autonoma»; auspicano «il blocco totale e finalmente definitivo di quest’opera in ballo ormai da mezzo secolo». Calì ha anche sottolineato che «il mantenimento della concessione non fa che rinviare sine die la scelta di un modello alternativo di mobilità» e che la costruzione stradale è «un intervento che mette a rischio di gravi danni idrogeologici l’intero tratto a nord di Piovene Rocchette». Stenico non è entrata nel merito della questione.

Che fare per impedire l’avvio dell’opera? Valer e Calì hanno sottolineato la mancanza di un «progetto definitivo»: «ci sono la convenzione fra “Serenissima” e Anas recepita dal CIPE, l’inserimento del progetto A31 nella Legge Obiettivo. Si dovrebbe capire come intervenire su questi atti»; hanno aggiunto di voler contare, per ogni azione in merito, sul «supporto dell’esperienza e della conoscenza anche tecnica, dei comitati di opposizione»; Calì però ritiene che saranno utili anche «presidi permanenti nei presunti punti di sbocco autostradale in val d’Adige seguendo l’esempio degli abitanti della Pusteria mobilitatisi contro l’autostrada d’Alemagna». Stenico ha ricordato la contrarierà della Giunta provinciale alla realizzazione dell’Autostrada e il fatto che il ministro Delrio abbia ribadito «che non si sta pensando ad un’autostrada, ma ad una viabilità più sicura e “sobria”». Marzi ritiene che «i partiti locali non abbiano la libertà sufficiente per far valere l’interesse dei trentini su quello dei grandi speculatori» e propone come «unico modo per salvaguardare il territorio» quello di «chiedere un referendum» in cui « debbano essere tutti i cittadini e non i governanti di turno a dover decidere».

Alla quarta domanda, quella sul possibile tracciato del «corridoio di collegamento viario tra la Valle dell’Astico, Valsugana e Valle dell’Adige», Marzi ha risposto che «prima di pensare ad una nuova autostrada, dovremmo mettere in sicurezza la SS47» e che «spostare il prima possibile i mezzi pesanti in transito, dalla strada alle rotaie»; sulla stessa linea i due candidati di LeU, che chiedono si faccia il possibile per «evitare che si metta mano al territorio con nuove infrastrutture»: «vanno semmai trovati i modi per alleggerire il traffico sulla Valsugana e puntare sull’intermodalità spinta usando l’attuale ferrovia»; e Stenico, per la quale si rende necessario «il rafforzamento della linea ferroviaria»; Stenico è l’unica ad accennare al problema del tracciato: «si adotterà il metodo del confronto con il territorio e la decisione finale sarà in capo al Consiglio Provinciale d’Intesa con il Governo nazionale».

Sulla quinta domanda, quella riguardante la partecipazione dal basso delle comunità alle decisioni politiche che attengono al proprio territorio, tutti i candidati hanno dichiarato la necessità delle pratiche di democrazia partecipativa. «Il modello francese della “democrazia partecipativa” insegna che si possono assumere decisioni importanti senza creare tensioni sociali»; la progettazione della «cosiddetta Nuova Valsugana … non può prescindere dalla condivisione con chi sul territorio ci vive» (Stenico). «È proprio dal confronto e dal dialogo che possono emergere idee nuove e modalità creative per far sì che un territorio si sviluppi in modo sostenibile, rispettando i diritti e la qualità della vita di chi lo abita» (Valer-Calì). «Non demordete in quello che ritenete e credete sia giusto guardando sempre al meglio delle future generazioni» (Marzi).

 

Vincenzo Calì, LeU, 9 febbraio 2018

  1. giudizio negativo, in quanto il mantenimento della concessione non fa che rinviare sine die la scelta di un modello alternativo di mobilità.
  2. giudizio negativo, in quanto viene autorizzato un intervento che mette a rischio di gravi danni idrogeologici l’intero tratto a nord di Piovene Rocchette.
  3. con presidi permanenti nei presunti punti di sbocco autostradale in val d’Adige seguendo l’esempio degli abitanti della Pusteria mobilitatisi contro l’autostrada d’Alemagna.
  4. nessun corridoio e azione di sensibilizzazione dei residenti dell’alta Valsugana.
  5. risposta affermativa. Imboccando la strada del modello alternativo di sviluppo si persegue anche la messa in sicurezza della Valsugana, a partire dal contingentamento della circolazione dei mezzi pesanti, dalla realizzazione del collegamento ciclistico con Trento. e dalla liberazione del lago di Caldonazzo dalla morsa del traffico.

 

Gianni Marzi, Movimento 5 Stelle, (11 febbraio 2018)

  1. Il 14 gennaio 2016 il ministro dei Trasporti ha firmato un protocollo d’intesa con Autobrennero S.p.a. e Autovie S.p.a., per il prolungamento delle relative concessioni, che prevede la trasformazione delle stesse in due società a capitale interamente pubblico. Questa trasformazione non è ancora avvenuta, generando così ricavi ai soci privati, la cui attività è sottratta ad un regime concorrenziale. L’accordo viola lo spirito delle direttive della commissione Europea in materia di concessioni. Nessuna società privata dovrebbe guadagnare se non a seguito di una regolare gara.
  2. Il nostro giudizio è assolutamente negativo. La società A4 Holding non è una società Trentina, ma nonostante questo ha ricevuto la concessione fino al 2026, in cambio della realizzazione di un opera, la cui costruzione deve essere decisa dalla Provincia Autonoma di Trento, di cui al momento non conosciamo nemmeno il tracciato.
  3. Noi crediamo che i partiti locali non abbiano la libertà sufficiente per far valere l’interesse dei Trentini su quello dei grandi speculatori. Probabilmente c’è un unico modo per salvaguardare il territorio, ed è quello di chiedere un referendum. I lavori della Valdastico dureranno per decenni ed impatteranno sulle future generazioni. Perciò crediamo che debbano essere tutti i cittadini e non i governanti di turno a dover decidere.
  4. Prima di pensare ad una nuova autostrada, dovremmo mettere in sicurezza la SS47. E spostare il prima possibile i mezzi pesanti in transito, dalla strada alle rotaie. Questo si potrebbe fare con una sorta di vignetta, per tutti i mezzi pesanti che attraversano la statale senza fermata di carico e scarico in regione. Questa soluzione sarebbe in linea con le leggi sulla mobilità sostenibile, sia provinciale che nazionale. Si parla sempre di incentivare il trasporto su rotaie e disincentivare quello su gomma, ma alla prova dei fatti, ciò non avviene mai.
  5. La Democrazia PARTECIPATIVA dei CITTADINI è fondamentale, per il bene della collettività futura. Dobbiamo guardare al domani non con i nostri occhi ma con quelli dei nostri FIGLI e NIPOTI futuri. Non demordete in quello che ritenete e credete sia giusto guardando sempre al meglio delle future generazioni.

 

Antonella Valer e Vincenzo Calì, LeU, 18 febbraio 2018

Ringraziamo anzitutto per averci dato la possibilità di approfondire, assieme ad altri candidati e sostenitori della lista LeU, una questione che rappresenta un rischio imminente di intervento pesante su un territorio ad alto valore ambientale, paesaggistico e turistico come la Val di Centa e la zona dei laghi. Per uscire dall’ambito provinciale, sappiamo che ancora più alto è il rischio per le comunità venete della Valle dell’Astico, dove espropri e cantieri sono imminenti e le comunità si stanno mobilitando. Le linee programmatiche di LeU indicano chiaramente uno stop del consumo di suolo e l’uscita dalla logica delle grandi opere, per privilegiare i piccoli interventi di salvaguardia del territorio. Di conseguenza crediamo che ambiente e paesaggio siano patrimonio di tutti al di là dei confini amministrativi e riteniamo importante il blocco totale e finalmente definitivo di quest’opera in ballo ormai da mezzo secolo.

  1. La questione della proroga concessioni all’A4 che, dal momento che nessun progetto sulla Valdastico è stato a tutt’oggi approvato dal CIPE, risulta a tutti gli effetti scaduta, rappresenta uno dei più vergognosi esempi di una politica governativa che anziché valutare gli interessi collettivi si prodiga a favore di interessi particolari. Problematico e sospetto appare il passaggio di alcuni ex dirigenti dalle società interessate a ruoli di governo. E’ particolarmente grave in questo caso l’impegno del governo per diversi motivi: – sacrifica ambiente territorio patrimonio comune per un tratta autostradale che si è già dimostrata inutile e, anzi, al pari di altre (es Bre.Be.Mi), si è rivelata utile ai traffici di smaltimento di rifiuti, con un ulteriore danno alla collettività su cui non si è ancora fatta chiarezza; – contribuisce ad aggirare le normative europee alla quale quali in altre situazioni si appella; – scavalca le prerogative di una Provincia autonoma.
  2. Una risposta onesta e concreta a questo interrogativo presupporrebbe di avere già un ruolo politico istituzionale, per capire come muoversi con le normali prerogative di un parlamentare eletto a rappresentanza di un territorio, tra cui le interrogazioni parlamentari la pressione sulle istituzioni nazionali e locali. Tra gli impegni assunti finora dai governi passati, compreso quello attuale, non risulta per altro esserci l’approvazione di alcun progetto definitivo, ma ci sono la convenzione fra “Serenissima” e Anas recepita dal CIPE, l’inserimento del progetto A31 nella Legge Obiettivo. Si dovrebbe capire come intervenire su questi atti. In ogni caso per ogni azione è fondamentale proprio il supporto dell’esperienza e della conoscenza anche tecnica, dei comitati di opposizione, sulla quale speriamo di poter contare.
  3. La definizione di “corridoio” appare chiaramente un espediente per tenere aperto il progetto. Le difficoltà tecniche e la fragilità del territorio sono evidenti e va fatto il possibile per evitare che si metta mano al territorio con nuove infrastrutture, vanno semmai trovati i modi per alleggerire il traffico sulla Valsugana e puntare sull’intermodalità spinta usando l’attuale ferrovia come dovrebbe essere usata (più convogli viaggianti e più carri merce in ogni convoglio).  
  4. Le pratiche di democrazia partecipativa sono necessarie, non solo perché le scelte siano condivise, ma anche perché siano davvero “buone”. I comitati sono spesso accusati di avere la sindrome di Nimby. E’ invece un errore pensare che cittadine e cittadini non siamo capaci di ragionare in senso strategico, tenendo conto della dimensione generale. E’ proprio dal confronto e dal dialogo che possono emergere idee nuove e modalità creative per far sì che un territorio si sviluppi in modo sostenibile, rispettando i diritti e la qualità della vita di chi lo abita.

 

Eleonora Stenico, Partito Democratico, 19 febbraio 2018

L’Italia è un Paese che si dilunga in infinite discussioni intorno alla realizzazione delle grandi opere infrastrutturali. Ogni opera incontra poi, generalmente, un Comitato a favore e un Comitato contrario. Questa conflittualità, a mio avviso, è imputabile al metodo non partecipato di assumere le decisioni.

Il modello francese della “democrazia partecipativa” insegna che si possono assumere decisioni importanti senza creare tensioni sociali e anche qui da noi in Italia, avendo abolito la “legge obiettivo “ di Tremonti, che con piglio decisionista pensava di imporre le scelte assunte dal Governo nazionale, si sta adottando un metodo democratico.

Dunque anche per quanto riguarda la viabilità della Valsugana si adotterà il metodo del confronto con il territorio e la decisione finale sarà in capo al Consiglio Provinciale d’Intesa con il Governo nazionale.

Comunque, la Giunta Provinciale ha ribadito la contrarietà alla realizzazione dell’Autostrada – Valdastico, il Ministro Delrio ha ribadito che non si sta pensando ad un’autostrada, ma ad una viabilità più sicura e “sobria”.

Penso che si debbano mettere in sicurezza i tratti più pericolosi come quello di Ospedaletto e consentire una viabilità capace di valorizzare il lago di Caldonazzo.

Penso anche che si renda necessario il rafforzamento della linea ferroviaria per il trasporto delle merci e per questo serve l’accordo con il Veneto.

Anche il pendolarismo potrebbe essere dirottato sulla ferrovia se il collegamento Trento-Borgo fosse più intenso e veloce.

Concludendo mi pare di poter affermare che l’antica PIRUBI (Piccoli, Rumor, Bisaglia. cito questi nomi per collocare in un tempo davvero remoto, la prima idea di Autostrada) e la neo moderna Autostrada della Valsugana abbiano lasciato il passo alla cosiddetta Nuova Valsugana, la cui progettazione non può prescindere dalla condivisione con chi sul territorio ci vive.

Mi scusi se Le rispondo con le notizie a me note, i particolari accordi a cui Lei fa riferimento penso che si dovranno adeguare a quanto verrà deciso d’intesa tra Governo e Provincia.

 

INTERVISTE A CURA DI EMANUELE CURZEL