Comunicato post assemblea 18.01 Caldonazzo

COMUNICATO STAMPA

Quasi 200 persone e un’assemblea vitale, vivace, partecipata: così l’incontro di ieri sera all’ex Caseificio di Caldonazzo, in Valsugana, organizzato dal comitato locale “No Valdastico Nord” per interrogarsi sulle risposte da dare al progetto di costruzione della A31 sul territorio trentino.

Ospite il giornalista e scrittore Luca Martinelli e la partecipazione di un nutrito gruppo di esponenti della Comunità Salviamo la Valdastico, che in veneto condividono la stessa battaglia contro la grande opera.

 

“Entro l’estate del 2018 potrebbe arrivare il progetto relativo alla tratta trentina della Valdastico Nord, il collegamento stradale tra l’Alto vicentino e l’A22 del Brennero. La partita della Valdastico Nord ha superato i confini nazionali, oggi che l’azionista di maggioranza della società titolare della concessione autostradale, la Autostrada Brescia Verona Vicenza Padova (AutoBSPD) è controllata dalla multinazionale spagnola Abertis. E’ evidente il circolo vizioso che connette l’aumento delle tariffe autostradali e la necessità di dimostrare nuovi investimenti. 8 i miliardi di euro guadagnati dalle holding private a cui sono state date concessioni autostradali negli ultimi 8 anni in Italia. E’ evidente che la progettazione di A31 si muove in questo panorama, che contribuisce al consumo sconsiderato del suolo ed è connesso con la remunerazione del capitale investito, che poi s’abbatte sulle tasche degli italiani”. Luca Martinelli ricostruisce – attraverso slide e la presentazione minuziosa di documenti e carteggi – le vicende finanziarie legate alla partita Brescia/Padova e Valdastico Sud e Nord.  E traccia un disegno dove c’è ben poco spazio per i dubbi: il progetto Valdastico Nord, che preoccupa fortemente i cittadini dei comuni della Valsugana e di Besenello – e l’importante partecipazione alla serata di ieri lo dimostra – non risponde a reali necessità di scorrimento di traffico nella zona dei laghi, né a richieste della cittadinanza, ma fa parte di una contrattazione nel marco della finanziarizzazione dei territori e delle risorse.

Alex Faggioni, uno degli animatori del comitato “No Valdastico Nord – gruppo Valsugana”, ha ripercorso alcune tappe della vicenda ricordando come “la Provincia autonoma si sia sempre mostrata contraria all’opera, fino al 2015, quando Ugo Rossi fece sapere che il Trentino era diventato possibilista. Nel luglio di quell’anno – ricorda Faggioni – si iniziò a parlare di un tunnel per la Valsugana, che portò i cittadini e quindi i Comuni del territorio ad attivarsi, mostrando una forte preoccupazione delle comunità”.  “Il comitato scrive una lettera al ministro per le Infrastrutture Graziano Delrio, firmata da 300 cittadini e consegnata nelle mani del senatore del PD Giorgio Tonini. Nel febbraio del 2016, il quotidiano l’Adige titola “Valdastico addio autostrada” e poi del progetto non si parla più fino al novembre 2017, quando il quotidiano Trentino descrive come Rossi stia dettando “le condizioni per il sì”. A metà dicembre Delrio è a Trento, e dice che la Valdastico Nord si farà, e sarà una soluzione “sobria e poco impattante” . Prima di chiudere il suo intervento Alex Faggioni fa una provocazione:i dicono che questo progetto non è più quello di cinquant’anni fa, che non dobbiamo chiamarlo PIRUBI (dai nomi dei politici DC Piccoli, Rumor e Bisaglia, che lo vollero) né Valdastico Nord. Va bene: siccome oggi lo promuovono Rossi, Zaia e Delrio, lo chiamaremo ROZADE, che in trentino significa una cosa fatta male, che costa molta fatica, buttata lì”.

Dopo che Emanuele Curzel ha ricostruito l’iter legato autorizzativo dell’opera, il racconto dei vicentini ha aiutato a comprendere la partita aperta: Renzo Priante, ad esempio, ricorda come in alcuni punti la Valle del fiume Astico sia larga appena 80 metri: “Se dal 1968 non han fatto l’autostrada, è perché è impossibile progettarla fuori terra. E se oggi hanno pensato alla soluzione interamente in galleria, non credano che questa non comporti problemi”.

Giuliana Marchi, portavoce della Comunità “Salviamo la Valdastico”, ha spiegato l’importanza di “una revoca della delega da parte dei cittadini, che diventano i portatori di informazione e di interesse per i cittadini”. Almeno in Veneto, “le amministrazioni locali non hanno affrontato il problema della nuova autostrada. Lo fa la Comunità, un gruppo di persone che hanno colto la necessità di assumersi la responsabilità della vita collettiva. Guardando non solo al breve periodo, ma anche al futuro dei nostri figli”.

Dopo cinquant’anni di voci che si rincorrono intorno a questa autostrada, adesso il rischio è di dieci anni di cantieri che – spiega Marchi – “modificheranno radicalmente il modo in cui i cittadini della Valle dell’Astico potranno vivere il loro territorio, la viabilità, la possibilità di muoversi dalla propria casa”.

Tra gli interventi dal pubblico, anche l’ex sindaco Carlo Stefenelli, già sindaco per dieci anni a Levico Terme (TN), un passato nella Margherita e poi nel PD: “Questa è una pagina squallida del centro sinistra autonomista Trentino. Il presidente della PAT, l’assessore competente e il dirigente dell’ufficio tecnico si sono arrogati il diritto di rappresentare i trentini, senza un confronto con il territorio. E oggi ci dicono che ciò che hanno in mente è un tracciato in grado di tutelare la sponda del lago di Caldonazzo, sottraendo traffico nella zona Est. Parlano di una strada senza pedaggio, che rischia invece di attrarre un numero maggiore di camion”. “Se davvero il Partito democratico candiderà in Trentino il ministro Delrio dobbiamo stanarlo -ha detto Stefenelli- :Puniamolo elettoralmente”. E gli è stato sonoramente riposto: “Prima puniremo Rossi”.

Il comitato NO Valdastico Nord si è dato appuntamento a fine mese per una ulteriore assemblea organizzativa, per cui sono state raccolte decine di adesioni fra i presenti di ieri.

INTERVISTA A LUCA MARTINELLI:

 

Comitato No Valdastico Nord